Modello organizzativo e Codice di Condotta

La riforma dello sport ha introdotto un nuovo adempimento a carico delle società sportive. L’Articolo 16 del Decreto Legislativo 39/2021 richiede la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.

Per ottemperare a tale scopo, tutte le Associazioni e Società Sportive sono chiamate:

  • a nominare, ex art. 33 D.Lgs. 36/2021, un soggetto denominato Responsabile Safeguarding che funga da referente contro abusi, violenze e discriminazioni nei confronti dei minori e di tutte le persone anche maggiorenni coinvolte
  • a predisporre un modello organizzativo dell’attività sportiva e codici di condotta da rispettare e far rispettare a tutte le persone coinvolte dalla società sportiva

In questo documento la CIVITAS VOLLEY intende dare attuazione ai principi innanzi indicati al fine di dare effettività alle esigenze di tutela stabilite dagli organi legislativi.

OBIETTIVI E FINALITÀ

Il presente documento regolamenta e disciplina gli strumenti per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale ovvero per le ragioni di cui al D.lgs. n. 198/2006 attuati in danno dei Tesserati, specie se minori d’età, nell’ambito della Società CIVITAS VOLLEY (di seguito per brevità anche solo “Società”).

Le norme e le previsioni contenute nel presente regolamento richiamano e sono conformi alle Linee Guida adottate dalla FIPAV attualmente in vigore e costituiscono l’insieme delle regole di condotta a cui tutti gli appartenenti della società sono tenuti ad uniformarsi al fine di:

  • promuovere il diritto di tutti i tesserati ad essere tutelati da ogni forma di abuso, violenza o discriminazione;
  • promuovere una cultura e un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di tutti i Tesserati, specie se minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le
    diversità;
  • rendere consapevoli i Tesserati in ordine ai propri diritti, doveri, obblighi e responsabilità;
  • individuare e attuare adeguate misure, procedure e politiche di safeguarding, anche in conformità alle raccomandazioni del Safeguarding Office istituito dalle federazioni FIPAV e CSI volte a ridurre i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di Tesserati minori;
  • provvedere alla gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e tutela dei segnalanti;
  • informare i Tesserati, anche minori, sulle misure e procedure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle procedure per la segnalazione degli stessi;
  • incentivare la partecipazione dei componenti del sodalizio alle iniziative organizzate dalla FIPAV e dal CSI nell’ambito delle politiche di safeguarding;
  • garantire il coinvolgimento di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di safeguarding della Società.

AMBITO DI APPLICAZIONE

I soggetti tenuti al rispetto del presente regolamento sono:

  1. tutti i tesserati della Società CIVITAS VOLLEY;
  2. tutti coloro che intrattengono rapporti di lavoro o volontariato con la Società;
  3. tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con la Società.

Pertanto, si stabilisce che per VOLONTARI, DIRIGENTI, TECNICI ed ISTRUTTORI delle diverse discipline e categoria, PERSONALE SUBORDINATO e PARASUBORDINATO, CONSULENTI ESTERNI, FORNITORI DI SERVIZI IN OUTSORCING ISCRITTO/A che operi, a qualsiasi titolo, all’interno della struttura associativa costituiscono comportamenti rilevanti, da evitare e prevenire:

  1. abuso psicologico: si intende denigrare, umiliare, respingere, isolare, intimidire, aggredire verbalmente e qualsiasi altro comportamento teso a ledere l’autostima del/la tesserato/a;
  2. abuso fisico: si intende qualsiasi atto deliberato e sgradito che possa causare, in senso reale o potenziale, danni fisici e/o traumi volontari o, in ogni caso, danni alla salute; tale abuso può anche configurarsi nel costringere l’atleta a carichi di lavoro inadeguati all’età, al genere, e alla struttura e capacità fisica oppure anche la costrizione a doversi allenare anche da infortunato o comunque dolorante; in quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscano il consumo forzato di alcool o sostanze dopanti di vario genere vietate dalle norme vigenti;
  3. molestie e abusi sessuali: possono avere origine anche da altri elementi discriminatori quali: razza, religione, colore, credo, origine etnica, caratteristiche fisiche, genere, orientamento sessuale, disabilità, età, status socioeconomico e capacità atletiche;
  4. bullismo e comportamenti discriminatori: si intende qualsiasi comportamento aggressivo da parte di uno o più soggetti, tenuto personalmente oppure attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione, che tende ad infliggere una sofferenza psicologica e fisica o a provocare l’isolamento sociale di qualsiasi persona iscritta all’associazione, sia che si tratti di caso isolato sia di atti ripetuti nel tempo;
  5. omissione negligente di assistenza (c.d. “neglect”): si intende il mancato intervento di un Dirigente, Tecnico o di qualsiasi Tesserato/a, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, nonostante la venuta a conoscenza di uno degli eventi sopracitati

Per garantire la massima tutela dei minori e di tutte le persone coinvolte, tutti coloro che in ambito societario – a prescindere dalla forma del rapporto instaurato – svolgano funzioni che comportano contatti diretti e regolari con minori devono fornire copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente.

CODICE ETICO E DI CONDOTTA

Ogni Tesserato è tenuto a mantenere un ambiente sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione.

Diritto fondamentale dei Tesserati è infatti quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, prevista dal D.lgs. n. 198/2006, indipendentemente dalla propria etnia, dalle proprie convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei Tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.

Non sono consentite discriminazioni di alcun genere, che siano essere basate su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura. Sono vietate tutte quelle condotte integranti abuso psicologico, abuso fisico, molestia sessuale, abuso sessuale, negligenza, incuria, bullismo o cyberbullismo o comportamenti discriminatori, come descritti all’art. 3 del modello Organizzativo adottato dalla società;

NORME DI CONDOTTA GENERALI

I Tesserati e chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva devono:

  • Adottare condotte non discriminatorie, evitando qualsiasi atteggiamento inappropriato fondato su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura;
  • Astenersi dall’adottare condotte quali: colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente un’altra persona;
  • Evitare atteggiamenti nei confronti di altri che – anche sotto il profilo psicologico – possano influire negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale;
  • Agire con comportamenti che siano di esempio positivo, specialmente per i minori;
  • Astenersi dal porre in essere relazioni con minori che possano essere in qualche modo considerate di natura sessuale, sfruttamento, maltrattamento o abuso;
  • Usare un linguaggio consono, evitando suggerimenti o consigli, offensivi o abusivi;
  • Comportarsi in maniera consona rispetto al ruolo svolto evitando condotte inappropriata o sessualmente provocante;
  • Astenersi dallo stabilire o intrattenere contatti con minori Tesserati utilizzando strumenti di comunicazione online personali (email, chat, social network, etc.) che esulino da quelli strettamente funzionali all’attività istituzionale.
  • Perseguire il rispetto dei principi indicati nel presente documento, evitando di tollerare o partecipare a comportamenti di altri soggetti che siano illegali, o abusivi o che mettano a rischio la loro sicurezza;
  • Astenersi dall’organizzare momenti conviviali non istituzionali con atleti minorenni, salvo il consenso dell’esercente la responsabilità genitoriale;
  • Agire in modo da tutelare la sfera emotiva del minore, evitando di assumere comportamenti che possano far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare gli altri, o perpetrare qualsiasi altra forma di abuso emotivo;
  • Evitare di discriminare, trattare in modo differente o favorire alcuni soggetti escludendone altri.

Questa lista non è da intedersi come esaustiva o esclusiva. Il principio è che tutti gli interessati devono evitare azioni o comportamenti che possano essere inappropriati o potenzialmente abusivi nei riguardi dei minori minori e mettere in atto tutti gli accorgimenti per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia,  religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.

POLICY DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI

Chiunque operi a contatto, per nome o per conto della CIVITAS VOLLEY è tenuto ad uniformare i propri comportamenti, nello svolgimento delle attività sociali, organizzative, dirigenziali, tecniche, sportive, formative, ecc., alle linee guida di seguito indicate e che rappresentano un riferimento per una promozione attiva di buone condotte e pratiche a tutela dei minori:

  • usare un linguaggio positivo e motivante valorizzando i risultati, anche parziali, raggiunti dai minori;
  • favorire un clima accogliente dell’unicità di ciascun minore, cosicché possa sentirsi parte essenziale della società sportiva;
  • comunicare con i minori valorizzando le loro capacità e le loro competenze;
  • discutere insieme dei loro diritti, di cosa è accettabile, di cosa non lo è e di cosa possono fare nel caso in cui dovesse emergere un qualsiasi problema;
  • rispettare e tutelare i diritti, la dignità e il valore di tutte le atlete e di tutti gli atleti coinvolti, indipendentemente dalla loro età, razza, colore della pelle, origine etnica, nazionale o sociale, sesso, disabilità, lingua, religione, opinione politica, stato sociale, orientamento sessuale o qualsiasi altra ragione;
  • spiegare in modo chiaro a tesserati/e che gli apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano strettamente inerenti alla prestazione sportiva possono essere lesivi della dignità, del decoro e della sensibilità della persona;
  • aggiornarsi costantemente sulle conoscenze necessarie per adempiere al meglio alle mansioni assegnate e sul tema della tutela dei minori
  • rispettare la Policy di tutela dei minori, considerare il benessere, la sicurezza e il divertimento di tutti gli atleti e di tutte le atlete al di sopra ogni altra cosa;
  • combattere e prevenire qualsiasi forma di bullismo tra i minori;
  • non impegnarsi in attività sessuali indesiderate di alcun tipo con atleti/e di età inferiore ai 18 anni e non fare commenti sessualmente allusivi, mostrando un comportamento sempre rispettoso e discreto;
  • stringere un’alleanza educativa con i genitori al fine di fare squadra per la crescita e la tutela dei giovani atleti;
  • rispettare la privacy dei minori;
  • non acquisire, detenere e pubblicare fotografie o divulgare altre informazioni sui bambini e sui ragazzi o sulle loro famiglie su qualsiasi supporto cartaceo ovvero digitale (es. social media personali o del club/organizzazione, siti web, strumenti di comunicazione online personali, ecc.) in assenza della relativa liberatoria sottoscritta dai genitori o dai tutori al fine di poter conservare e/o utilizzare tale materiale prodotto;
  • ricordare a tutti, soprattutto a bambini/e, ragazzi/e che si gioca per divertirsi e che il divertimento è essenziale, che la vittoria non è il fine ultimo ma una parte dell’esperienza e del divertimento;
  • garantire sempre un tempo di gioco soddisfacente per tutti;
  • riservare ad ogni tesserato/a adeguati attenzione, impegno, rispetto e dignità;
  • prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche indirettamente, in particolare a circostanze che riguardino minorenni, segnalando in tal caso e senza ritardo la situazione agli esercenti la responsabilità genitoriale;
  • durante gli allenamenti è opportuno prevenire, con azioni di sensibilizzazione e controllo, tutti i comportamenti e le condotte che possano generare qualsiasi forma di abuso, discriminazione, esclusione, ecc.;
  • organizzare il lavoro, le partite, il luogo di allenamento e le attività in trasferta in modo tale da minimizzare i rischi;
  • programmare allenamenti adeguati allo sviluppo fisico, sportivo ed emotivo di ogni tesserato/a, tenendo in considerazione anche i suoi interessi e bisogni;
  • essere ragionevoli nelle richieste di tempo, promuovendo impegno ed entusiasmo, ricordando che i destinatari degli insegnamenti sono bambini/e, ragazzi/e che hanno anche altri interessi e impegni:
  • definire programmazione e durata degli impegni tenendo conto delle età di ciascun atleta;
  • essere un esempio per ogni atleta, soprattutto se minori, mantenere uno stato di forma fisica adeguata a un contesto sportivo, nonché tenere modelli comportamentali confacenti all’ambiente sportivo e agonistico;
  • trattare tutti in egual modo, ponendo la medesima attenzione e dedicando lo stesso tempo, rispetto e dignità sia ai più talentuosi che ai meno dotati;
  • evitare per quanto possibile i contatti fisici con i minori, ove siano necessari per l’insegnamento di una tecnica, operando preferibilmente in presenza di testimoni. Comunque, il contatto fisico non deve essere invasivo e/o molesto;
  • non utilizzare ed essere severi verso chi usa sostanze proibite, sia per l’uomo, sia per gli animali;
  • organizzare gli allenamenti in modo tale da minimizzare i rischi e da evitare comportamenti come urlare, colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente di un minore; è ammesso alzare la voce solo per incitare sotto il profilo sportivo o richiamare al fine di prevenire situazioni di rischio e pericolo;
  • organizzare gli allenamenti in modo tale da minimizzare i rischi ed evitare assolutamente comportamenti come urlare, colpire, assalire fisicamente un minore o abusarne fisicamente o psicologicamente;
  • presso le strutture in gestione o in uso devono essere predisposte tutte le misure necessarie a prevenire qualsivoglia situazione di rischio;
  • durante le sessioni di allenamento o di prova è consentito l’accesso agli spogliatoi esclusivamente agli atleti e alle atlete della Società;
  • gli allenatori/tecnici/dirigenti di sesso differente da quello degli atleti non possono entrare negli spogliatoi, se non dopo l’avvenuta vestizione dei medesimi e solo per le procedure di riconoscimento in occasione delle gare;
  • gli allenatori/tecnici/dirigenti non possono entrare negli spogliatoi, se non accompagnati da altro allenatore/tecnico/dirigente;
  • garantire sempre l’accesso ai locali e agli spazi in gestione o in uso alla Società durante gli allenamenti e le sessioni prova di tesserati e tesserate minorenni a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti e delle atlete ovvero a loro delegati;
  • durante le sessioni di allenamento o di prova non è consentito l’accesso agli spogliatoi a utenti esterni o genitori/accompagnatori, se non previa autorizzazione da parte di un tecnico o dirigente e comunque solo per eventuale assistenza a tesserati e tesserate sotto i 18 anni di età o con disabilità motoria o intellettivo/relazionale;
  • in caso il genitore/accompagnatore sia di sesso diverso dal minore accompagnato, lo stesso non potrà comunque entrare negli spogliatoi;
  • i genitori o accompagnatori di sesso differente dal minore atleta, non possono entrare negli spogliatoi. Eventuali esigenze legate alla vestizione dell’abbigliamento tecnico sono gestite dal personale autorizzato della Società;
  • ai responsabili designati dalla Società è consentita la vigilanza degli spogliatoi al termine delle partite o degli allenamenti, affinché sia lasciato in ordine e pulito. È altresì possibile la vigilanza su atleti/e affinché non assumano atteggiamenti inopportuno all’interno dello spogliatoio o danneggino lo stesso. In ogni caso, eventuali azioni di vigilanza dovranno avvenire secondo procedure rispettose della privacy, delle esigenze e delle specificità di ogni atleta.
  • in caso di necessità, fermo restando il tempestivo allertamento del servizio di soccorso sanitario qualora necessario, l’accesso all’infermeria è consentito al medico sociale o, in caso di manifestazione sportiva, al medico di gara o, in loro assenza, a un tecnico formato sulle procedure di primo soccorso esclusivamente per le procedure strettamente necessarie al primo soccorso nei confronti della persona offesa. La porta dovrà rimanere aperta e, se possibile, dovrà essere presente almeno un’altra persona (atleta, tecnico, dirigente, collaboratore, eccetera).
  • in caso di trasferte che prevedano un pernottamento, agli atleti dovranno essere riservate camere, eventualmente in condivisione con atleti dello stesso genere, diverse da quelle in cui alloggeranno i tecnici, i dirigenti o altri accompagnatori, salvo nel caso di parentela stretta tra l’atleta e l’accompagnatore.
  • in occasione delle trasferte, è opportuno porre attenzione a soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di disagio o comportamenti inappropriati. In caso di atleti minorenni, sono da adottare cautele ancora maggiori e devono essere acquisite tutte le autorizzazioni scritte da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale;
  • durante le trasferte di qualsiasi tipo è dovere degli accompagnatori vigilare sugli atleti accompagnati, soprattutto se minorenni, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a garantire l’integrità fisica e morale degli stessi ed evitare qualsiasi comportamento rilevante ai fini del presente modello;
  • durante le trasferte, gli accompagnatori sono responsabili della sicurezza e del benessere degli atleti dal momento che vengono affidati loro dai genitori fino al ritorno a casa;
  • in caso di pernotto, non deve mai essere prevista la possibilità che a un minore venga assegnata una camera in condivisione con un operatore sportivo (salve particolari e comprovate esigenze e nulla osta da parte di genitori o tutori) a meno che non vi sia un legame di parentela tra il minore e l’adulto.
  • in occasione delle trasferte che prevedano pernottamenti, la Società invia ai genitori un programma dettagliato e tutte le informazioni necessarie circa l’organizzazione dell’attività/evento. La Società si impegna a fornire tempestivamente ai genitori degli atleti un programma dettagliato e tutte le informazioni complete e corrette che siano necessarie per l’organizzazione dell’attività/evento, prevedendo eventualmente anche riunioni in presenza o In videoconferenza;

POLICY DI CONDOTTA CONTRO LA DISCRIMINAZIONE

La Società respinge e condanna ogni fenomeno di razzismo e di discriminazione di qualsiasi genere.

Tutti i dipendenti, le atlete e gli atleti, i tecnici, i dirigenti sportivi, i volontari e tutti i soggetti che instaurano con la Società rapporti associativi sono tenuti ad accettare e rispettarne lo Statuto, i codici di condotta e i regolamenti vigenti, confermando il ripudio di ogni discriminazione delle persone basata sul sesso, sulle razze, sulle lingue, sulle condizioni personali e sociali, sul credo religioso e politico.

Qualsiasi eventuale condotta discriminatoria posta in essere da qualsiasi soggetto tesserato alla Società è passibile di sanzione.

In occasione delle competizioni, a tutti i livelli, la Società si impegna a fare scrupolosamente rispettare tutte le disposizioni di legge e sportive già esistenti in materia di lotta al razzismo e ad ogni forma di discriminazione. Tutte le iniziative della Società nei confronti dei giovani sono improntate alla diffusione dei valori dello sport, tra cui quelli del rispetto reciproco e della tolleranza.

Eventuali e accertate condotte di matrice razzista tenute dai tesserati possono essere oggetto di provvedimenti disciplinari, anche di giustizia associativa, riservandosi la Società anche il rinvio alla giustizia ordinaria, con la quale si impegna a collaborare per prevenire e perseguire comportamenti razzisti.

POLICY DI CONDOTTA PER PROMUOVERE LA PARITA’ DI GENERE

La CIVITAS VOLLEY si impegna a promuovere attivamente la parità di genere in tutti gli aspetti delle sue attività sportive e promozionali al fine di garantire pari opportunità a tutti gli individui. La società è costantemente impegnata ad adottare misure preventive per contrastare i fenomeni di discriminazione di genere, la violenza e la molestia sessuale, fornendo supporto e risorse a coloro che ne sono vittime.

Per “pari opportunità” s’intende l’assenza di ostacoli alla partecipazione alle attività di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, alla religione ed alle convinzioni personali e politiche, all’origine etnica, alla disabilità, all’età e all’orientamento sessuale.

Per “discriminazione” si intende qualsiasi atto, comportamento, disposizione, criterio, prassi o patto che, in riferimento alla sfera personale e sociale (genere, età, orientamento sessuale, origine etnica, caratteristiche somatiche, disabilità, religione, lingua, opinioni personali e politiche), produca un effetto pregiudizievole (discriminazione diretta) o una situazione di particolare svantaggio (discriminazione indiretta).

Per “molestia” si intende qualsiasi azione, omissione o comportamento, verbale e non, che rechi offesa alla persona, alla sua professionalità, alle sue capacità o alla sua integrità psico-fisica e che possa condizionare negativamente le relazioni associative o che degradi il clima all’interno della Società, ivi incluse le forme di violenza morale e psicologica esercitate all’interno degli spazi sociali.

Per “molestia sessuale” s’intende ogni atto o comportamento, anche verbale, a connotazione sessuale o comunque basato sul sesso, che sia indesiderato e che arrechi offesa alla dignità e libertà della persona che lo subisce, ovvero sia suscettibile di creare un ambiente intimidatorio, ostile o umiliante nei suoi confronti.

In questi fenomeni per i quali vige un principio di non tolleranza sono inclusi comportamenti quali:

  • richieste esplicite od implicite di prestazioni sessuali o attenzioni a sfondo sessuale non gradite e offensive per chi ne è oggetto;
  • minacce, discriminazioni e ricatti, subiti per aver respinto comportamenti a sfondo sessuale;
  • contatti fisici fastidiosi o indesiderati;
  • apprezzamenti verbali offensivi sul corpo o sulla sessualità, oppure sull’abbigliamento;
  • gesti o ammiccamenti sconvenienti e/o provocatori a sfondo sessuale;
  • esposizioni nei luoghi sociali di materiale pornografico;
  • scritti ed espressioni verbali sulla presunta inferiorità della persona, in quanto appartenente ad un determinato sesso o denigratori in ragione della diversità di espressione della sessualità;
  • scambio di immagini e fotografie di tesserati/e che abbiano un contenuto allusivo o un rinvio alla sfera sessuale;

La CIVITAS VOLLEY:

  • riconosce e rispetta i diritti di tutti gli individui, indipendentemente dal genere e si impegna a trattare le persone in modo equo e rispettoso.
  • garantisce l’accesso equo e la partecipazione inclusiva di uomini e donne a tutte le iniziative sportive, programmi educativi e opportunità di sviluppo.
  • favorisce attivamente la partecipazione delle donne in ruoli di leadership e decisionali all’interno dell’organizzazione, incoraggiando la diversità e l’inclusione.
  • adotta misure preventive per contrastare la discriminazione di genere, la violenza e la molestia sessuale, fornendo supporto e risorse a coloro che ne sono vittime.
  • offre formazione e sensibilizzazione costantemente aggiornanta e allineata alle normative vigenti sulle questioni di genere e promuove una cultura organizzativa che rifiuti ogni pratica discriminatoria.
  • assicura trasparenza e responsabilità nella gestione delle questioni di genere, accogliendo segnalazioni di comportamenti discriminatori e affrontandoli tempestivamente.
  • collabora con partner, istituzioni e stakeholder per promuovere e monitorare la parità di genere e condividere le migliori pratiche nel settore sportivo.

Nessuna forma di discriminazione, molestia o comportamento sessista sarà tollerata sotto alcuna circostanza. Le violazioni saranno affrontate con opportuni provvedimenti disciplinari, che potrebbero includere l’allontanamento temporaneo o definitivo dall’organizzazione, sulla base dello statuto, dei regolamenti e delle norme di volta in volta vigenti.

DOVERI E OBBLIGHI DEI TESSERATI

I Tesserati devono:

  • Comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri Tesserati;
  • Astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
  • Garantire la sicurezza e la salute degli altri Tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
  • Impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri Tesserati nei percorsi educativi e formativi;
  • Impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
  • Prevenire e disincentivare dispute, contrasti e dissidi anche mediante l’utilizzo di una comunicazione sana, efficace e costruttiva;
  • Astenersi da condotte offensive, minacciose o aggressive;
  • Collaborare con gli altri Tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi, violenze e discriminazioni (individuali o collettivi);
  • Segnalare senza indugio al Responsabile contro abusi, violenze o discriminazioni nominato dalla società situazioni, anche potenziali, che espongano sé o altri a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.

DOVERI E OBBLIGHI DEI DIRIGENTI SPORTIVI E DEI TECNICI

I Dirigenti sportivi e i Tecnici devono:

  • Agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
  • Astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o influenza nei confronti dei Tesserati, specie se minori;
  • Contribuire alla formazione e alla crescita armonica dei Tesserati, specie se minori;
  • Evitare ogni contatto fisico non necessario con i Tesserati, specie se minori;
  • Promuovere un rapporto tra Tesserati improntato al rispetto e alla collaborazione, prevenendo situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore;
  • Porre in essere, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza;
  • Organizzare l’attività sportiva e gli allenamenti in modo da garantire la privacy degli atleti negli spogliatoi, ovvero facendo in modo che durante l’attività sportiva o in caso di visite mediche e trattamenti con fisioterapisti o simili, vi sia sempre la presenza di un responsabile
    della società, evitando di accompagnare i minori a casa o facendo in modo che se ciò sia necessario che vi sia sempre la presenza di un componente dello staff;
  • Astenersi dall’utilizzo, dalla riproduzione e dalla diffusione di immagini o video dei Tesserati minori, se non per finalità educative e formative, acquisendo le necessarie autorizzazioni da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero dai soggetti preposti alla
    vigilanza;
  • Astenersi dal creare situazioni di intimità con il Tesserato minore;
  • Impiegare le necessarie competenze professionali nell’eventuale programmazione e/o gestione di regimi alimentari in ambito sportivo;
  • Segnalare tempestivamente eventuali indicatori di disturbi alimentari degli atleti loro affidati;
  • Dichiarare cause di incompatibilità e conflitti di interesse;
  • Sostenere i valori dello sport, altresì educando al ripudio di sostanze o metodi vietati per alterare le prestazioni sportive dei Tesserati;
  • Conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle misure di prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
  • Segnalare senza indugio al Responsabile contro abusi, violenze o discriminazioni nominato dalla società e/o al Safeguarding Office della FIPAV o del CSI situazioni, anche potenziali, che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.

DOVERI E OBBLIGHI DEGLI ATLETI

Gli atleti devono:

  • Rispettare il principio di solidarietà tra atleti, favorendo assistenza e sostegno reciproco;
  • Rispettare la funzione educativa e formativa dei dirigenti sportivi e dei tecnici;
  • Mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque coinvolto nelle attività sportive;
  • Evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
  • Astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto, segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza, nonché al Responsabile del Safeguarding e/o
    il Safeguarding Officer della FIPAV o del CSI;
  • Segnalare senza indugio al Responsabile contro le violenze, abusi e discriminazioni nominato dalla società e/o al Safeguarding Office della FIPAV o del CSI situazioni, anche potenziali, che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.

Responsabile delle politiche di Safeguarding nominato dalla società

Allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui Tesserati nonché per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art. 33, comma 6, del D.lgs. n. 36/2021, la Società nomina il Responsabile contro abusi, violenze e
discriminazioni nella figura del proprio Presidente in carica e lo comunica alla FIPAV, al CSI e agli enti preposti all’atto di affiliazione.

Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è prescelto tra i tesserati di comprovata moralità e competenza in possesso dei seguenti requisiti:

  1. essere regolarmente tesserato alla FIPAV;
  2. non aver riportato condanne penali anche non passate in giudicato per i seguenti reati: art 600-bis (prostituzione minorile); 600-ter (pornografia minorile), 600-quater (detenzione o accesso a materiale pornografico), 600- quater.1 (Pornografia virtuale), 600-quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile), 604-bis (propaganda e istigazione a delinquere per motivi discriminazione etnica e religiosa), 604-ter, (circostanze aggravanti) 609-bis (violenza sessuale) , 609-ter (circostanze aggravanti), 609-quater (atti sessuali con minorenne), 609-quinquies (corruzione di minorenne), 609-octies (violenza sessuale di gruppo), 609- undecies (adescamento di minorenni).
  3. non aver riportato nell’ultimo decennio, salva riabilitazione, squalifiche o inibizioni sportive definitive complessivamente superiori ad un anno, da parte delle FSN, delle DSA, degli EPS e del CONI o di organismi sportivi internazionali riconosciuti;
  4. aver seguito i corsi di aggiornamento previsti dalla FIPAV o dal CSI e/o essere in possesso dei titoli abilitativi eventualmente previsti dai regolamenti federali.

La nomina del Responsabile è adeguatamente resa pubblica mediante immediata affissione presso la sede e pubblicazione sulla rispettiva homepage del sito internet della società e inserita nel sistema gestionale federale, secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale.

Il Responsabile dura in carica un anno e può essere riconfermato. In caso di cessazione del ruolo di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, per dimissioni o per altro motivo, il sodalizio provvede entro 30 giorni alla nomina di un nuovo Responsabile inserendola nel sistema gestionale federale, secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale.

La nomina di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere revocata ancora prima della scadenza del termine per gravi irregolarità di gestione o di funzionamento, ovvero per il venir meno dei requisiti necessari alla sua nomina, con provvedimento motivato dell’organo preposto del sodalizio. Della revoca e delle motivazioni è data tempestiva notizia al Safeguarding Officer della FIPAV o del CSI. Il sodalizio provvede alla sostituzione con le modalità di cui al precedente comma.

Il Responsabile è tenuto a:

  • promuovere la corretta applicazione del Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati della FIPAV nell’ambito della società, nonché l’osservanza e l’aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di
    condotta adottati dagli stessi;
  • adottare le opportune iniziative, anche con carattere d’urgenza, per prevenire e contrastare nell’ambito del proprio sodalizio ogni forma di abuso, violenza e discriminazione nonché ogni iniziativa di sensibilizzazione che ritiene utile e opportuna;
  • segnalare al Safeguarding Office della FIPAV o del CSI eventuali condotte rilevanti e fornire allo stesso ogni informazione o documentazione richiesta;
  • rispettare gli obblighi di riservatezza imposti dai Regolamenti FIPAV o del CSI;
  • formulare all’organo preposto le proposte di aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta, tenendo conto delle caratteristiche del sodalizio;
  • valutare annualmente l’adeguatezza dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta nell’ambito del proprio sodalizio, eventualmente sviluppando e attuando sulla base di tale valutazione un piano d’azione al fine risolvere le criticità riscontrate;
  • partecipare all’attività obbligatoria formativa organizzata dalla FIPAV e dal CSI.

Procedura per le segnalazioni al Responsabile

A seguito delle segnalazioni anche di natura ufficiosa relative agli abusi rilevanti ai sensi del Decreto Legislativo n. 39/2021 art.16, il Responsabile – dopo aver acquisito tutte le informazioni in merito e valutata la pericolosità dell’accaduto – trasmette il dossier al Referente FIPAV e/o CSI (a seconda del caso impattato) della Policy Nazionale che prende in carico la pratica e la istruisce secondo la procedura pubblicata alle seguente pagine web:

che costituiscono parte effettiva ed integrante del presente documento.

La procedura di segnalazione sarà svolta in modo da tenere indenni i segnalanti da ogni forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione, assicurando la riservatezza della loro identità, fatti salvi peraltro gli obblighi di legge e la tutela della Società e delle persone accusate erroneamente o in mala fede. Pertanto, l’interessato che intenda segnalare una violazione (o presunta violazione) del Modello o della Policy o del Codice di Condotta, deve comunicarla al Responsabile, tramite i mezzi sotto specificati, anche in forma anonima.

Gli indirizzi cui inoltrare le segnalazioni in forma RISERVATA sono i seguenti:

Ogni informazione, segnalazione, documentazione attestante i controlli svolti, report, verbali di riunioni previsti nel Modello è conservata dal Responsabile sia in formato cartaceo che elettronico in un apposito database per un periodo di 10 anni. L’accesso al database e alla documentazione cartacea è consentito – oltre che al Responsabile, anche successivamente alla cessazione della carica – esclusivamente all’Assemblea dei Soci, agli organi di amministrazione e di controllo della Società, previa loro richiesta.

Dovere di segnalazione

Chiunque venga a conoscenza di comportamenti rilevanti come individuati dal Regolamento e dalle linee guida predisposte dalla FIPAV e nel presente documento integralmente richiamate, è tenuto a darne immediata comunicazione al Safeguarding Office della FIPAV o del CSI, anche per il tramite
Responsabile Safeguarding nominato dalla Società.

Chiunque sospetta comportamenti rilevanti ai sensi del presente Regolamento, può confrontarsi con il Responsabile delle politiche di salvaguardia (Safeguarding) nominato dalla società o direttamente con il Safeguarding Office della FIPAV o del CSI.

Sistema disciplinare

La CIVITAS VOLLEY ha predisposto un sistema di sanzioni disciplinari per le eventuali accertate violazioni delle disposizioni del Modello. Tali violazioni possono determinare, come conseguenza, azioni disciplinari a carico dei destinatari interessati, anche a prescindere dall’instaurazione di un giudizio penale nel caso in cui il comportamento integri una fattispecie di reato. La valutazione disciplinare può inoltre non coincidere con l’eventuale giudizio espresso in sede penale, potendo tale valutazione riguardare anche comportamenti che semplicemente infrangono le regole procedimentali e d’azione previste dal Modello e tuttavia non ancora costituenti reato.

Il tipo e l’entità delle sanzioni verranno applicate, in concreto, dal Consiglio Direttivo, avvalendosi della procedura FIPAV o CSI riportata nella pagina web, qualora questa si concluda con la condanna del soggetto accusato, sulla base dei seguenti criteri generali di valutazione di maggiore o minore gravità del fatto e della colpevolezza individuali:

  1. dolo o colpa della condotta inosservante;
  2. rilevanza degli obblighi violati;
  3. livello ricoperto di responsabilità gerarchica e/o tecnica;
  4. responsabilità esclusiva o con altri che abbiano concorso nel determinare la violazione
  5. professionalità e personalità del soggetto, precedenti disciplinari, circostanze in cui è stato commesso il fatto illecito.

L’irrogazione delle sanzioni disciplinari sarà ispirata ai principi di autonomia (rispetto all’eventuale processo penale), tempestività, immediatezza, proporzionalità ed equità.

Fermi restando gli obblighi definiti dalle norme vigenti ed applicabili, i comportamenti sanzionabili che costituiscono violazione del Modello sono, a titolo esemplificativo, elencati di seguito in ordine di gravità crescente:

  • A. violazione di regole o di procedure interne adottate in attuazione del Modello o ivi contenute (ad es., omissione di comunicazioni o false comunicazioni al Responsabile, ostacolo all’attività del Responsabile, omissione di controlli, etc.);
  • B. violazione di prescrizioni dei Codici di condotta;
  • C. comportamenti diretti al compimento di uno o più reati di rilevanza per il decreto, idonei ad esporre la Società alle relativa responsabilità societaria ai sensi del D.Lgs 231/2001

Le sanzioni vengono commisurate al livello di responsabilità ed autonomia operativa delle persone coinvolte, all’eventuale esistenza di precedenti disciplinari a carico, all’intenzionalità e gravità del comportamento (misurabile in relazione al livello di rischio cui la Società è esposta).

Sanzioni

Le sanzioni consistono in:

  • RIMPROVERO VERBALE O SCRITTO;
  • RECESSO;
  • RISOLUZIONE DEL RAPPORTO CONTRATTUALE (laddove l’abuso commesso costituisca causa di risoluzione del rapporto) ;
  • PROPOSTA DI RADIAZIONE AGLI ORGANI COMPETENTI
  • LICENZIAMENTO CON O SENZA PREAVVISO (nelle ipotesi in cui l’abuso accertato costituisca causa di licenziamento ai sensi di legge o del CCNL applicato)

Ricorso in autotutela

Avverso i provvedimenti sanzionatori di cui al precedente paragrafo, è ammesso – senza limiti di tempo, il ricorso in via di autotutela da indirizzarsi, in forma scritta, esclusivamente a mezzo PEC, al Responsabile per la tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra forma di discriminazione e per conoscenza anche al Presidente della Società il quale ne dà tempestiva conoscenza al Consiglio Direttivo.

Il Responsabile – ricevuto il ricorso – ne trasmette altresì copia ai al Referente FIPAV e/o CSI della Policy Nazionale.

La suddetta richiesta di riesame dovrà contenere, a pena di nullità, i seguenti dati obbligatori:

  • dati anagrafici completi del ricorrente e del suo difensore (se nominato);
  • domicilio digitale PEC del ricorrente e del suo difensore (se nominato);
  • estremi dell’atto sanzionatorio avverso il quale è proposto il ricorso;
  • motivazioni in punta di diritto e di fatto che il ricorrente chiede di esaminare a propria difesa;
  • richiesta di sgravio parziale o totale della sanzione;
  • firma digitale dell’atto da parte del ricorrente (e del difensore se nominato)
  • procura alle liti (solo nel caso di nomina di un difensore)
  • debbono essere allegati al ricorso, in formato digitale:
    • documenti di identità del ricorrente e del difensore (se nominato)
    • documenti che il ricorrente cita nell’atto a comprova delle proprie ragioni indicandoli come “allegati”.

Il Responsabile, sentito il parere del Referente FIPAV e/o CSI della Policy Nazionale alla luce delle memorie e delle motivazioni addotte dal ricorrente decide, nel termine di 180 giorni dalla ricezione del ricorso, se accogliere la richiesta di sgravio parziale o totale dei provvedimenti sanzionatori irrogati ovvero se disporne, motivatamente, il diniego. Della decisione è dato formale riscontro al ricorrente e al suo difensore (ove nominato) a mezzo di PEC indirizzata ai domicili digitali eletti nel ricorso.

Trascorso il termine di cui sopra, senza che il ricorrente abbia ricevuto formale e motivata risposta in ordine al ricorso proposto, esso si intende accolto totalmente secondo il principio del “silenzio-assenso”. Nelle more del procedimento di riesame in autotutela, i provvedimenti sanzionatori di qualsiasi natura si intendono sospesi a tutti gli effetti, anche economici. L’atto sanzionatorio deve contenere – a pena di nullità, menzione del presente procedimento di autotutela e di tutte le modalità necessarie per un efficace esercizio del medesimo.

Cividate al Piano, 31 Agosto 2024